Con l’arrivo delle belle giornate e le prime passeggiate all’aria aperta, per molti inizia un vero e proprio incubo. Si, perché con la primavera tornano anche le allergie, che in questa stagione si manifestano e si acutizzano, provocando una serie di fastidi.
Questo disturbo colpisce circa il 25% della popolazione del nostro Paese; le sostanze che lo scatenano sono gli allergeni, elementi che si trovano ovunque: nei peli degli animali, negli acari della polvere di casa, nelle muffe, nei conservanti e, in particolar modo, nei pollini delle piante che sono trasportati dal vento e che provengono principalmente dalle erbe (gramigna, erba canina, erba vetriola, assenzio, ecc.), ma anche da alberi e arbusti.
Le allergie respiratorie sono in costante aumento nel nostro Paese: dal 1986 a oggi è quasi raddoppiato il numero di persone che ne soffrono. Le cause sono diverse e non completamente note: l’inquinamento e l’esposizione al fumo passivo rappresentano fattori che probabilmente ne favoriscono l’insorgenza, ma anche il nostro organismo ha subito nel tempo dei cambiamenti che lo hanno, in qualche modo, reso più vulnerabile.
In certe persone, infatti, per ragioni genetiche accade che il sistema immunitario scambi alcune sostanze innocue presenti nell’ambiente (allergeni) per un pericoloso aggressore, innescando così la “reazione allergica”.
Consulta il medico per informarti sul periodo in cui il polline a cui sei allergico è presente nell’aria, in modo da programmare l’attività all’aperto e la terapia da seguire.
• Controlla i calendari pollinici presenti su Internet o esposti nelle farmacie. Per spostamenti di lavoro e per le ferie informati sulle concentrazioni di polline nella zona e nel periodo prescelto.
• Se sei allergico ai pollini di alberi e arbusti, presta attenzione nei primi mesi dell’anno, evitando boschi e zone alberate.
• Se sei allergico alle graminacee evita gli spazi extraurbani da fine aprile a giugno-luglio.
• Se sei sensibile alla parietaria e ad altri pollini estivi dovrai invece stare all’erta nella tarda estate ed evitare le aree incolte e i muretti a secco.
• Nei giorni di sole con tempo asciutto e ventoso, evita le gite all’aperto nelle ore centrali della giornata.
• Dopo la pioggia alcuni allergici stanno meglio, come conseguenza del dilavamento dei pollini dall’atmosfera. Per altri, invece, la rottura dei granuli pollinici causata dall’umidità dell’aria può provocare un peggioramento dei disturbi.
• Limita, se puoi, le attività all’aperto durante la stagione pollinica: quando i sintomi sono più intensi scegli luoghi chiusi, come palestre o piscine coperte.
• In automobile tieni chiusi i finestrini. I climatizzatori d’auto sono in genere dotati di filtri antipolline, da sostituire periodicamente. Anche sui mezzi pubblici i finestrini dovrebbero restare chiusi.
• In casa evita di azionare ventilatori per non disperdere in aria i pollini depositati sul pavimento. Gli aspirapolvere attualmente in commercio sono dotati di filtri che vanno sostituiti periodicamente.
• Soffia il naso con attenzione, per evitare piccole emorragie e non chiudere le narici mentre lo soffi, per evitare danni all’orecchio.
• Evita di toccarti gli occhi per non imitarli ancora di più.
• Usa i decongestionanti nasali solo per breve periodo, altrimenti possono peggiorare la situazione. Molte persone che ricorrono in modo scorretto a questi prodotti, cioè in quantità eccessiva e per periodi prolungati di tempo, sviluppano una forma di rinite difficile da trattare e fortemente disturbante.
Fonte: estratto da un bel servizio di Giulio Serri sulla rivista Più Sani Più Belli, aprile 2017, con la consulenza del dottor Giorgio Ciprandi, specialista in allergologia
Fonte immagine: commons.wikimedia
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