Il più pericoloso killer del buon sonno si chiama Osas, che sta per «Obstructive Sleep Apnea Syndrome», cioè sindrome delle apnee ostruttive nel sonno. Chi soffre di Osas é soggetto a episodi ripetuti di completa o parziale ostruzione delle vie aeree superiori.
Le apnee nel sonno riducono l’ossigenazione arteriosa con possibile aumento dell’anidride carbonica nel sangue e determinano uno sforzo respiratorio con possibili variazioni della frequenza cardiaca e aumento dei valori della pressione arteriosa, sia sistemica, sia polmonare. Si rischia l’insorgenza di ipertensione, aritmie e infarti.
I sintomi sono il russamento abituale, pause respiratorie nel sonno, risvegli con sensazione di soffocamento, sonno agitato, nicturia, e, in misura minore, sudorazione notturna eccessiva.
Ma le conseguenze ce le ritroviamo anche di giorno. Chi dorme male, infatti, il giorno dopo si ritrova stanco e con la sensazione di non aver riposato abbastanza, soffre spesso di cefalea e di sonnolenza.
Fonte: La Nazione, 6/03/16