L’insorgenza delle afte, spesso riconducibili a una predisposizione genetica, dipende da un disordine immunitario temporaneo: la causa non è infettiva, ma un insieme di fattori diversi provocano un’iperattività dei linfociti (cellule dei globuli bianchi) e la formazione delle piccole ulcere dolorose.
Per quanto diffusissime (in Italia ne soffrono 2 persone su 10, con picchi di incidenza al 50% soprattutto tra i giovani fino ai 30 anni), le cause delle afte non sono ancora ben chiare, anche se nella maggior parte dei casi la loro formazione è scatenata da un fattore stressante, da un trauma alla bocca, provocato per esempio da cibi duri che possono procurare una ferita, da un apparecchio ortodontico o da bruxismo.
Quel che le caratterizza e le differenzia da altre lesioni è la forma ovale o tondeggiante, con i margini circondati da un alone rilevato e arrossato, una parte centrale un po’ concava di colore biancastro e la durata limitata nel tempo. Nella maggior parte dei casi non c’è da preoccuparsi, anche perché il decorso totale non supera quasi mai una decina di giorni e la fase acuta non dura più di tre o quattro.
Se alla lesione sono associati dolore e bruciore, è indicata la terapia: per un’afta occasionale si possono utilizzare localmente prodotti da banco, senza bisogno di ricetta, come una pomata anestetica o un gel coprente. Tra i rimedi da banco, i prodotti più nuovi ed efficaci sono gli spray, da vaporizzare quattro o cinque volte al giorno sulla zona interessata, e i collutori, da utilizzare tre volte al giorno dopo i pasti.
Per tempi più lunghi di guarigione è sempre meglio rivolgersi al dentista o al medico, per ottenere una diagnosi corretta. La situazione è diversa se le afte sono numerose e si ripresentano con una certa frequenza, perché in quel caso bisogna indagare meglio sulle cause. Capita, infatti, che si scopra una carenza nutrizionale o vitaminica, una malattia intestinale infiammatoria, come morbo di Crohn o colite ulcerosa, un’allergia o un’intolleranza alimentare come la celiachia.
La cosa più semplice da fare nel caso di recidive frequenti, è quella di eseguire un prelievo del sangue per valutare un’eventuale carenza di ferro o acido folico (verdure a foglia verde, legumi, avocado, fragole, succo d’arancia, asparagi) o di vitamine del gruppo B (in particolare la vitamina B12).
In fase acuta bisogna fare attenzione a sostanze acide o irritanti, come le spezie, ma anche al cioccolato, a pomodori e frutta secca o a cibi e bevande bollenti. Sul piano della prevenzione, purtroppo, non si può fare molto, ma è preferibile adottare una dieta equilibrata ricca di frutta e verdura. Nel caso, invece, ci sia un traumatismo dentale o si adoperi un apparecchio per i denti, bisogna eliminare l’interferenza e fare in modo che gli attacchi e le bande metalliche presenti siano posizionati correttamente per non lesionare il palato e le guance.
Fonte: un articolo di Michele Giuliani, Professore associato di Patologia e Medicina orale all’Università di Foggia e Docente a contratto presso l’Università Cattolica di Roma, Socio attivo della Società italiana di Patologia e medicina orale (SIPMO) – tratto da Più Sani e Più Belli, marzo 2017
Fonte immagine: https://dilei.it/benessere/fotonotizia/afte-bocca-bicarbonato-rimedi-naturali-curarle/603216/
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