Il bere poco, infatti, comporta rischi per l’organismo.

Quando il bilancio idrico è negativo, cioè l’acqua uscita dal nostro corpo è maggiore di quella assunta, si entra in uno stato di disidratazione, i cui rischi «dipendono dalla percentuale di liquidi persi», distingue Soldati. «Quando nell’organismo c’è una diminuzione di liquidi», dice la nutrizionista, «scatta automaticamente il desiderio di bere. Tuttavia questo meccanismo può non essere così sensibile, in particolare diminuisce con l’età, scomparendo quasi negli anziani. Perciò bisogna abituarsi a bere anche senza lo stimolo della sete».

  • Basta perdere l’1,5% di acqua dall’organismo per vedere comparire i primi sintomi, secchezza della bocca e sete, che ci danno lo stimolo a bere. Esistono, poi, alcuni segnali che indicano uno stato di disidratazione.

Il colore delle urine. Se è chiaro, significa che beviamo la giusta quantità, mentre le tonalità dal giallo fino al brunastro potrebbero essere indicatori di urine troppo concentrate per carenza di liquidi. Nel neonato il primo campanello d’allarme è, invece, il pannolino, se asciutto troppo di frequente.

Il mal di testa. Quando il corpo è disidratato soffre di ipoperfusione (riduzione del flusso sanguigno nel cervello e nel cuore), i cui indicatori sono mal di testa e fatica a concentrarsi.

L’alito cattivo. La saliva ha proprietà antibatteriche: diminuisce quando si è disidratati, così i batteri proliferano nella bocca.

La vista annebbiata e la confusione mentale. Quando siamo disidratati, diminuisce l’apporto di sangue al cervello peggiorando memoria e prestazioni cognitive, come dimostrato da uno studio dei ricercatori delle Università di East London e di Westminster su un campione di 34 adulti, lasciati a digiuno assoluto per un’intera notte. Il mattino seguente, a metà dei volontari è stata somministrata una barretta di cereali e agli altri un bicchiere d’acqua, poi tutti sono stati sottoposti a una serie di test cognitivi.

  • Risultato: il gruppo che aveva bevuto acqua ha fatto registrare una risposta in media più veloce del 14%. Non solo: altri scienziati inglesi, questa volta della Loughborough University, hanno dimostrato che una disidratazione anche lieve diminuisce, quasi al pari degli alcolici, l’attenzione degli autisti, favorendo la possibilità d’incidenti stradali.

La stanchezza. Anche i muscoli soffrono: una perdita idrica del 2% diminuisce del 10% la prestazione atletica, con il rischio anche di crampi.

La stipsi. Una sufficiente quantità giornaliera di acqua serve al colon per funzionare bene: con la disidratazione compare la stitichezza.

Il pessimo umore. La disidratazione incide sull’emotività: pochi liquidi possono scatenare sbalzi d’umore, soprattutto nelle donne.

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Fonte: estratto da un bel servizio su Speciale Estate Ok, agosto 2018, con la consulenza della dottoressa Laura Soldati



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