A volte, le cattive abitudini alimentari non c’entrano e si parla di colesterolo fisiologico.
Per tenerlo a freno, si può iniziare con una bella camminata di una trentina di minuti al giorno. E, due volte la settimana, conviene sostituire la carne coni cibi a base di soia (come il tofu, il tempeh o il miso).
Sì anche a degli integratori specifici, ma solo dopo aver consultato il medico, soprattutto se si prendono già altri farmaci o ci sono patologie importanti.
Tra le sostanze utili a monitorare i livelli di colesterolo “cattivo”, ci sono gli steroli vegetali o le fibre solubili, quali i semi di psillio, il glucammano, la pectina e la gomma di guar.
Attenzione, però: mai prenderli subito dopo aver assunto altre medicine, il rischio è che ne limitino l’assorbimento. O eccedere nei dosaggi, perché potrebbero dare gonfiore addominale. La dose ideale è tra i 10 e i 30 gr al giorno, prima dei pasti.
Via libera anche al chitosano, una sostanza ricavata dal guscio dei gamberetti e di altri crostacei e capace di limitare l’assorbimento di colesterolo, grassi e altri nutrienti intestinali.
Infine, c’è il mais rosso, un alimento “salva-cuore”, che ha un’alta concentrazione di antocianine. Qui da noi è poco diffuso, ma in commercio si trovano numerosi integratori e multivitaminici che lo contengono.
Fonte: tratto da un articolo di Annalisa Piersigilli, con la consulenza di Benedetta Raspini, biologa nutrizionista del Centro Medico Santagostino di Milano